Un vasto incendio è divampato in una vasta area in località Motta Camastra nel messinese.

Coinvolto un deposito di carta e plastica, intenso fumo

Oltre alla vegetazione, il rogo ha coinvolto anche un grande deposito di carta e plastica facendo sviluppare nell’aria un intenso fumo nero e tossico.

I vigili del fuoco impegnati da diverse ore

Per diverse ore diverse squadre dei Vigili del fuoco del comando di Messina sono state  impegnate per spegnere il rogo.

La lunga nota dell’azienda Ecoplast

La società “Ecoplast”, proprietaria presso il territorio del Comune di Motta Camastra dello stabilimento di lavorazione di materiale plastico rigenerabile, andato distrutto a causa dell’ ’incendio  informa sulle effettive responsabilità del gravissimo incidente, smentendo categoricamente ogni proprio coinvolgimento nella vicenda, anche in forma indiretta.

“Riteniamo che noi siamo, insieme ai cittadini della Valle, le “vittime” che subiscono il maggior danno da un evento che poteva a nostro parere essere evitato da chi possiede giuridicamente e concretamente gli “strumenti” utili per evitare che l’ increscioso episodio si verificasse, con tutti gli effetti negativi che ha determinato.

Precisiamo che la nostra società ha, sin dal 2013, affittato a terzi- la società Waste Green Srl di Catania- l’impianto e tutta l’area limitrofa.

Quest’ultima società, che a nostro parere ha gestito malissimo l’azienda e senza pagare per anni gli affitti dovuti, a tal punto da essere dichiarata fallita dal Tribunale di Catania.

Si registra inoltre che ha anche commesso una serie di illeciti penali che hanno portato al sequestro, da parte dell’Autorità Giudiziaria, dello stabilimento e di tutti i materiali ivi stoccati.

Da oltre otto anni, noi non siamo più in possesso dell’azienda, ed ogni nostro tentativo di riaverne la disponibilità per effettuarne la bonifica e riconvertire la produzione è stato vano: la Procura della Repubblica di Messina ha sempre opposto la permanenza di esigenze cautelari ostative alla restituzione dell’impianto alla legittima proprietaria, ignorando ogni appello per la tutela della incolumità e della salute dei cittadini, lanciato ripetutamente anche dal Sindaco di Motta Camastra.

L’ultimo macabro diniego si è verificato nei giorni scorsi, a tragedia consumata, ed assume il gusto acre della plastica bruciata, il crepitio sinistro delle fiamme che ardono un opificio che un tempo consentiva occupazione ad oltre trenta famiglie, il rumore assordante dei motori del Canadair che a bassa quota bombarda ripetutamente il fuoco che ha ridotto in cenere un progetto industriale innovativo e sostenibile ed i sacrifici economici degli imprenditori che vi avevano creduto.

Nella nostra battaglia, durata anni, volta alla restituzione della fabbrica, abbiamo sempre premesso la necessità di una integrale riqualificazione ambientale dell’impianto, che saremmo stati disponibili ad eseguire a nostre spese, per prevenire in primo luogo che l’abbandono innescasse il pericolo di un devastante incendio, tale da mettere a rischio un’area di altissimo interesse naturale, l’incolumità dei cittadini, la salubrità dell’aria, e le pregiate coltivazioni agricole locali.

La “facile e prevedibile profezia” purtroppo si è avverata, a causa a nostro avviso dell’ inerzia e nella sottovalutazione di questi rischi da parte delle autorità pubbliche che avevano la responsabilità della custodia del sito ma anche della sua messa in sicurezza.

Il fumo che si levava altissimo e si rendeva visibile in tutto il versante orientale della Sicilia è stato uno spettacolo desolante del quale qualcuno deve assumersi la responsabilità davanti alle comunità locali della Valle Alcantara, nell’immediato costrette in casa dalle ordinanze che i Sindaci, incolpevoli, hanno tempestivamente emanato nel tentativo di contenere il danno alla salute pubblica, e in prospettiva costrette a fare i conti con le conseguenze di un fenomeno altamente inquinante e dannosissimo per le colture delle quali molte famiglie della zona vivono.

La “Ecoplast” non intende darsi per vinta e continuerà la sua “lotta” con forza e determinazione per individuare i responsabili del disastro e chiedere e richiedere il risarcimento dei danni causati”.

 Tre giorni fa un incendio nella discarica di Bellolampo a Palermo

Il 16 giugno un incendio è divampato nella discarica di Bellolampo a Palermo. Le fiamme sono partite nella zona della sesta vasca. Gli operai dell’impianto hanno cercato di circoscrivere il rogo.
Sono intervenuti i vigili del fuoco.

Canadair in azione nel Siracusano la scorsa settimana

Domenica scorsa un nuovo incendio si è verificato nella zona sud del Siracusano, in contrada Bochini, al confine tra Noto ed Avola. Le fiamme si sono originate dalle sterpaglie, poi a causa delle alte temperature e del vento, si sono propagate, per cui si è reso necessario l’intervento di un Canadair, che ha sorvolato l’area per arginare il focolaio.

Catena di incendi

Non si è tratto del primo rogo scatenatosi in quest’area, gli inquirenti sospettano che ci siano la mano di qualcuno dietro questi episodi ma di incendi ce ne sono stati pure in altre porzioni di territorio a sud del Siracusano, come ad Avola antica, a Cavagrande del Cassibile ed a Vendicari.

Fiamme anche nel Palermitano

Diversi incendi sono divampati sempre domenica scorsa in provincia di Palermo. Quello più grave che ha impegnato i vigili del fuoco del comando provinciale di Palermo e ha evitato danni più seri è stato quello nella zona industriale di Termini Imerese, nei pressi di un centro di raccolta di rifiuti.
Le fiamme sono partite dall’esterno e non sono arrivate all’interno dell’impianto grazie all’intervento dei pompieri.
Altri incendi di sterpaglie e macchia mediterranea sono divampati a Partinico, San Cipirello e San Giuseppe Jato.

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