• Vaccino Astrazeneca, divieto di utilizzo del lotto ABV2856 su tutto il territorio nazionale
  • Lo ha deciso l’Aifa “a seguito delle segnalazione di alcuni eventi avversi gravi”
  • Verifiche in corso in stretta collaborazione con i Nas
  • I campioni del lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità

A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19, l’Agenzia italiana del farmaco Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’EMA, agenzia del farmaco europea. Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi.

Le verifiche dell’Aifa

L’Agenzia italiana del farmaco Aifa “sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i NAS e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità”. Lo comunica l’Aifa in merito alla decisione di vietare l’utilizzo sul territorio nazionale di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19 dopo la segnalazione di alcuni eventi avversi gravi. Aifa comunicherà tempestivamente “qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile”.

Intanto la Danimarca sospende l’uso del vaccino Astrazeneca

La Danimarca ha sospeso per precauzione l’uso del vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca a causa di problemi di coagulazione del sangue in alcuni pazienti. Lo ha reso noto l’autorità nazionale danese per la salute. La decisione, nel dettaglio, come spiegato in una nota, «segue le notizie di gravi casi di coaguli di sangue in persone vaccinate con il vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca», aggiungendo comunque che «al momento non è stato determinato che ci sia un legame tra il vaccino e i coaguli di sangue».

Marinaio morto in Sicilia dopo la somministrazione del vaccino

I familiari di Stefano Paternò, il marinaio di 43 anni, residente a Misterbianco, morto il 9 marzo nella sua abitazione qualche ora dopo la somministrazione del vaccino, hanno presentato un esposto in Procura. E sono stati loro stessi a sollecitare l’esame sulla salma della vittima per accertare le cause del decesso e comprendere se, in qualche modo, l’inoculazione della dose ha avuto una parte importante in questa tragedia. Il Procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, nella giornata di ieri, ha annunciato che sarà eseguita l’autopsia sul corpo senza vita del marinaio ed allo stesso tempo sarà esaminata la fiala usata dai medici.

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