In vista delle Primarie della coalizione di centrosinistra che eleggeranno il candidato alla presidenza della regione Siciliana, ha preso il via la campagna elettorale della candidata dem Caterina Chinnici nonostante i mal di pancia che sono sorti in questi giorni all’interno del Partito Democratico.

Il vertice con i sindacati

Il primo incontro ufficiale la candidata Chinnici, lo ha avuto con le sigle sindacali. Tra i temi  al centro della riunione che si è svolta questa mattina a Palermo, nella sede del Pd Sicilia, il lavoro e le varie emergenze occupazionali. Assieme a Caterina Chinnici, il segretario regionale Anthony Emanuele Barbagallo. Per i sindacati hanno preso parte l tavolo Gabriella Messina per la Cgil, Sebastiano Cappuccio della Cisl e Ignazio Baudo per la Uil.

Il dibattito e il Pd che rischia la frattura

Intanto non si fermano le polemiche e il dibattito a tratti estremo all’interno del Pd che rischia di andare in frantumi sulla scelta di Caterina Chinnici come candidato unico del partito alle primarie che si terranno il 23 luglio e per le quali le candidature devono essere formalizzate entro il 30 giugno. Per oggi è in programma la conferenza stampa della candidata. Sarà l’occasione, anche se i vertici del Pd vorrebbero evitare, per affrontare i tanti temi legati anche agli equilibri interni al Pd che su questa candidatura rischia di andare in frantumi.

Pd in frantumi

Se a BlogSicilia il segretario del Pd di palermo Rosario Filoramo aveva già anticipato la sua contrarietà ad una candidatura che fosse espressione dei soliti ‘parenti delle vittime di mafia’ causando reazioni indignate da destra a sinistra, adesso arriva la spaccatura anche a Siracusa sempre sul nome di Caterina Chinnici. “Questo è il tempo del ritorno alla politica. Devono essere i politici a metterci la faccia. Il Pd deve candidare un suo dirigente politico. Non è più il tempo per candidare i parenti delle vittime di mafia. Se si rompe un rubinetto chiami un idraulico, se stai male vai dal medico. Questo è il tempo in cui ci vuole un politico” aveva detto Filoramo continuando “Provenzano è un nome buono, spendibile. Ma anche un deputato regionale, un dirigente di partito. Insomma bisogna metterci la faccia. E’ il momento dell’impegno personale e non mediato. Non è più tempo di nascondersi dietro un dito”

La spaccatura orientale

Emerge, poi da Siracusa la nuova spaccatura nel Pd sulla scelta del partito di candidare alle primarie del Centrosinistra Caterina Chinnici, la figlia del magistrato ucciso dalla mafia.

I firmatari della lettera

In una lettera, firmata da alcuni esponenti dell’area Dem, tra cui Marika Cirone Di Marco e Sofia Amoddio, quest’ultima ex parlamentare nazionale e moglie del segretario provinciale di Siracusa, Salvo Adorno (ma ci sono altri “iscritti e simpatizzanti” tra cui l’ex assessore di Siracusa, Giusy Genovesi, l’ex deputato regionale, Roberto De Benedictis, l’ex sindaco di Floridia, Orazio Scalorino) viene sconfessata la decisione degli organi regionali e nazionali di puntare su Caterina Chinnici.

“Fava e Chinnici personalità autoreferenziali”

I destinatari della lettera sono il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo ed il vicesegretario nazionale del Pd, Giuseppe Provenzano. “Rispondere come si è fatto finora – si legge nella lettera –  accontentandosi di dare la rappresentanza del centro sinistra, non lo chiamerei campo largo perché ancora una volta manca all’appello purtroppo la gamba di centro, a personalità autoreferenziali o simboliche (tali considero Fava, Chinnici, Antoci, Bartolo) di battaglie importanti e valoriali, capaci di parlare a segmenti elettorali ma non all’insieme dell’elettorato è un errore di visione che ci allontanerà ulteriormente da nostri riferimenti sociali oltre che raffredderà l’impegno di parte dei nostri gruppi dirigenti”.

L’affondo a Chinnici

L’analisi di Di Marco, sostenuta dagli altri esponenti del Pd, si fa dura nei confronti della Chinnici. “Non capisco perché , forse solo per sfuggire – si legge nella lettera – al solito insopportabile malcostume interno di non riconoscersi come gruppo dirigente, si debba affidare a spalle gracili e modeste, come quelle ad esempio di Chinnici, di cui non si conoscono opinioni né tanto meno lavoro politico con i gruppi dirigenti: pure quello che potrebbe essere un valore aggiunto come donna è invisibile data la sua lontananza dalle battaglie delle siciliane e delle democratiche”. “Non vedo prospettive ne’ stimoli a sostenere una campagna per le presidenziali degna di questo nome e tale da scrivere una pagina utile per la Regione. Se Letta questo non ha chiaro, bisognerebbe farglielo sapere : dia una mano a cercare una via conducente , non pensi solo agli equilibri romani” conclude la lettera.