Il vertice con i sindacati
Il dibattito e il Pd che rischia la frattura
Pd in frantumi
Se a BlogSicilia il segretario del Pd di palermo Rosario Filoramo aveva già anticipato la sua contrarietà ad una candidatura che fosse espressione dei soliti ‘parenti delle vittime di mafia’ causando reazioni indignate da destra a sinistra, adesso arriva la spaccatura anche a Siracusa sempre sul nome di Caterina Chinnici. “Questo è il tempo del ritorno alla politica. Devono essere i politici a metterci la faccia. Il Pd deve candidare un suo dirigente politico. Non è più il tempo per candidare i parenti delle vittime di mafia. Se si rompe un rubinetto chiami un idraulico, se stai male vai dal medico. Questo è il tempo in cui ci vuole un politico” aveva detto Filoramo continuando “Provenzano è un nome buono, spendibile. Ma anche un deputato regionale, un dirigente di partito. Insomma bisogna metterci la faccia. E’ il momento dell’impegno personale e non mediato. Non è più tempo di nascondersi dietro un dito”
La spaccatura orientale
Emerge, poi da Siracusa la nuova spaccatura nel Pd sulla scelta del partito di candidare alle primarie del Centrosinistra Caterina Chinnici, la figlia del magistrato ucciso dalla mafia.
I firmatari della lettera
In una lettera, firmata da alcuni esponenti dell’area Dem, tra cui Marika Cirone Di Marco e Sofia Amoddio, quest’ultima ex parlamentare nazionale e moglie del segretario provinciale di Siracusa, Salvo Adorno (ma ci sono altri “iscritti e simpatizzanti” tra cui l’ex assessore di Siracusa, Giusy Genovesi, l’ex deputato regionale, Roberto De Benedictis, l’ex sindaco di Floridia, Orazio Scalorino) viene sconfessata la decisione degli organi regionali e nazionali di puntare su Caterina Chinnici.
“Fava e Chinnici personalità autoreferenziali”
I destinatari della lettera sono il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo ed il vicesegretario nazionale del Pd, Giuseppe Provenzano. “Rispondere come si è fatto finora – si legge nella lettera – accontentandosi di dare la rappresentanza del centro sinistra, non lo chiamerei campo largo perché ancora una volta manca all’appello purtroppo la gamba di centro, a personalità autoreferenziali o simboliche (tali considero Fava, Chinnici, Antoci, Bartolo) di battaglie importanti e valoriali, capaci di parlare a segmenti elettorali ma non all’insieme dell’elettorato è un errore di visione che ci allontanerà ulteriormente da nostri riferimenti sociali oltre che raffredderà l’impegno di parte dei nostri gruppi dirigenti”.
L’affondo a Chinnici
L’analisi di Di Marco, sostenuta dagli altri esponenti del Pd, si fa dura nei confronti della Chinnici. “Non capisco perché , forse solo per sfuggire – si legge nella lettera – al solito insopportabile malcostume interno di non riconoscersi come gruppo dirigente, si debba affidare a spalle gracili e modeste, come quelle ad esempio di Chinnici, di cui non si conoscono opinioni né tanto meno lavoro politico con i gruppi dirigenti: pure quello che potrebbe essere un valore aggiunto come donna è invisibile data la sua lontananza dalle battaglie delle siciliane e delle democratiche”. “Non vedo prospettive ne’ stimoli a sostenere una campagna per le presidenziali degna di questo nome e tale da scrivere una pagina utile per la Regione. Se Letta questo non ha chiaro, bisognerebbe farglielo sapere : dia una mano a cercare una via conducente , non pensi solo agli equilibri romani” conclude la lettera.
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