- Covid19, numerosi i casi di ‘furbetti’ del vaccino in Sicilia
- Dibattito infuocato all’Ars durante la relazione dell’assessore Razza sulla situazione nell’Isola
- Agguerrito il M5S che chiede al governatore Musumeci “il pugno di ferro”
Dall’Ars arriva la richiesta al governo da parte di alcuni deputati di usare il pugno duro contro i “furbetti” del vaccino anti-Covid. Dopo la relazione dell’assessore alla Salute Ruggero Razza sulla situazione nell’isola, nell’aula, nel corso del dibattito, si è alzata forte l’indignazione dei parlamentari riguardo vaccinazioni fatte, in diverse zone dell’isola, a persone che non rientravano nelle categorie per la somministrazione delle dosi.
Il M5S parla di “vaccinopoli”
Per la deputata Stefania Campo (M5s) siamo di fronte a una vera e propria “vaccinopoli”. “Dai primi casi a Scicli si è aperto il vaso di Pandora – ha urlato – Non una sola dose aggiuntiva venga pagata dai cittadini siciliani: chi farà una dose di vaccino in più perché vaccinato illegittimamente deve pagare la terza dose che riceverà quando arriverà il suo turno”.
Per il deputato M5s Giorgio Pasqua “un vaccino su quattro è andato a persone che non ne avevano il diritto: quelle dosi sono state sottratte a medici e infermieri che devono proteggerci dal virus”. Per Salvatore Siragusa (M5s) “la scelta sull’utilizzo delle dosi di vaccino in sovrannumero non può essere soggettiva, somministrare le dosi ad amici e parenti, sindaci e assessori, è scandaloso”. “Su questo aspetto – ha avvertito – ci aspettiamo il pugno di ferro, arrivando anche a non somministrare la dose di richiamo a chi non aveva diritto di ricevere il vaccino”.
Ma Carmelo Pullara ha consigliato cautela: “Il pugno duro non deve mettere a rischio la salute”. “Va bene rivalersi contro i furbetti ma nessuno venga messo a rischio”, ha detto.
Danilo Lo Giudice (Misto) ha parlato del “caso Messina”. “I 3.129 tamponi fatti da novembre a dicembre sono stati caricati solo a gennaio – ha proseguito – all’Asp continua a esserci una guerra pazzesca, sono tutti generali”. Il deputato M5s, Francesco Cappello, ha puntato sugli operatori: “Abbiamo assunto 6.170 persone per la lotta al contagio ma nonostante questo siamo zona rossa, quindi il sistema che avete messo in piedi non funziona”. E rivolgendosi a Razza: “Non riuscite a controllare i contagi e Musumeci continua a dare la colpa ai cittadini. C’è una porzione minore di irresponsabili, ma qui il problema è di sistema”. Il dibattito all’Ars proseguirà nel pomeriggio, si concluderà con le repliche dell’assessore Razza.
La linea dura di Musumeci
Il governatore siciliano, due giorni fa, alla trasmissione “Oggi è un altro giorno”, in onda su Rai 1 ha dichiarato: “Lasciamo che sia la magistratura ad indagare, ma noi, intanto, abbiamo avviato degli accertamenti. L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha disposto gli accertamenti in due casi e se le notizie di stampa dovessero risultare fondate saranno individuate le responsabilità”. Ha aggiunto poi: “Se gli eventuali responsabili saranno individuati tra il personale della Regione scatteranno le sanzioni. In ogni caso la nostra condanna non potrà che essere assoluta, senza se e senza ma”.
La vicenda
Secondo i controlli del Nas, su 540 dosi sotto osservazione in Italia, ben 497 sono siciliane. Oltre i casi di Ragusa, nel Palermitano, all’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana, su 1.121 vaccinazioni eseguite fino al 21 gennaio, 333 sono sotto sotto osservazione dai carabinieri.
La Regione Siciliana ha deciso l’applicazione della ‘linea dura’ nei confronti dei cosiddetti ‘furbetti’ del vaccino anti Covid, persone che hanno fatto la prima dose senza essere in lista. L’assessore Razza, secondo quanto si apprende, ha dato indicazioni ai dirigenti di avviare severi accertamenti sulla questione e di disporre, in caso emergessero irregolarità da parte di dipendenti regionale, le sanzioni previste, dalla segnalazione alla commissione di disciplina al licenziamento.
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