Maggioranza battuta per 5 volte, sistema elettronico che va in tilt e conta presenti più deputati di quelli eletti, polemiche sui votanti, polemiche sugli emendamenti soppressi, sulle norme mancia, sulle dichiarazioni fatte in aula e riportate solo in parte sui social per modificarne il senso (almeno queste le accuse mosse).

Sono giornate di trappole d’aula e tranelli mediatici fuori dal palazzo questi di lavori sulla Finanziaria regionale, una legge di stabilità che sta nascendo, poco alla volta, fra le polemiche e le accuse di marchette.

Eppure il Presidente della Regione è soddisfatto. Per Musumeci si procede tutto sommato spediti e il numero di norme approvato pur senza avere la copertura di una solida maggioranza (o comunque di una maggioranza) è importante.

La battaglia, quindi, si gioca tanto in aula quanto sui giornali e sui social network come dimostrano le polemiche proprio sui disabili. Musumeci interviene in aula e una parte del suo discorso va a finire sui social ma lui risponde con un video nel quale spiega ciò che voleva dire mentre i 5 stelle vengono attaccati e per un emendamento soppressivo proprio della norma sui disabili e loro spiegano che si tratta di procedure d’aula ma che l’emendamento non andrà mai in discussione. Poi scontri anche sull’esenzione del bollo auto, sui contributi per la prima casa alle giovani coppie e così via. Con l’opposizione che parla di norme spot bocciate e la maggioranza che accusa 5 stelle e Pd di qualunquismo e li addita come responsabili della cancellazione delle norme a favore delle fasce più deboli.

Ma i pentastellati non ci stanno “La maggioranza ci accusa di aver votato contro norme fondamentali per i siciliani, manipolando e distorcendo, come al solito, la verità dei fatti. Nella finanziaria in discussione all’Ars, il Governo ha inserito norme spot e dal respiro corto, incapaci di dare risposte alle esigenze dei cittadini, che chiedono riforme strutturali, non contribuiti una tantum” dice la capogruppo Valentina Zafarana.

“Noi abbiamo dato prova di grande responsabilità – prosegue la deputata – votando a favore di misure di buon senso e correggendo, con emendamenti ‘migliorativi’, una manovra bulimica, che Governo e maggioranza hanno trasformato in un ‘marchettificio’ in chiave elettoralistica e con tante norme a gettone votate pure dal PD”.

In questo clima, dunque, la maggioranza va sotto cinque volte. La prima con la bocciatura dell’articolo 2 che accorpava l’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia nell’Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia, che ne avrebbe assorbito le funzioni, i beni ed il personale assumendo la denominazione di Istituto zootecnico e per l’incremento ippico di Sicilia”. Il secondo stop è arrivato con 34 voti a favore della soppressione e 33 contrari l’Aula ha così bocciato l’articolo 6 della Finanziaria che prevedeva l’istituzione nel biglietto unico per il trasporto locale “gomma-ferro” nei servizi urbani ed extraurbani. Terzo ko quando l’aula ha bocciato una delle norme sulle quali si è più discusso durate la seduta, l’articolo 8 che prevedeva interventi a favore delle ”giovani coppie” con reddito inferiore a 20 mila euro per l’acquisto, ristrutturazione o costruzione della prima casa. Quarto no all’esenzione del bollo auto per le famiglie meno abbienti che abbiano Isee basso e una sola vettura di piccola cilindrata. Quinto stop alle norme sul genio Civile.

Ma nonostante gli stop passano norme importanti. L’Istituto regionale del vino e dell’olio è salvo grazie al via libera arrivato ieri dall’aula alla norma proposta dal governo. “Abbiamo voluto salvaguardare – spiegano il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore Edy Bandiera – un ente con una storia virtuosa di oltre mezzo secolo, ma soprattutto con un futuro, visto che è impegnato nella certificazione delle più importanti produzioni di vino e olio dell’Isola, oggetto di straordinario gradimento dei mercati internazionali e protagoniste di eccellenti performance. Serve adesso una governance più oculata che non vanifichi l’odierna scelta dell’Aula”.

Le aree di parcheggio dei nuovi centri commerciali dovranno essere  dotate di colonnine di ricariche per i mezzi elettrici in base a una norma proposta dal governo Musumeci, illustrata dall’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano, e approvata all’unanimità dall’Aula.  “E’ una scelta strategica di questo governo – affermano il presidente Nello Musumeci e l’assessore Mimmo Turano – che privilegia la difesa dell’ambiente, del territorio e della salute pubblica, tentando di favorire un cambio di mentalità dei cittadini, orientato sempre di più verso la green economy”. Viene introdotta anche la programmazione commerciale regionale, che consente uno sviluppo equilibrato della rete di vendita esistente e che tenga conto delle peculiarità dei diversi ambiti territoriali.

In serata la maggioranza incassa anche l’articolo 4 che era stato accantonato e l’ars approva l’istituzione dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia. “E’ una norma di portata storica che, con 12 anni di ritardo, istituisce l’Autorità – spiegano il presidente della Regione, Nello Musumeci e l’assessore Toto Cordaro. La Sicilia al passo con l’Europa. Per la prima volta!”.

Venerdì erano passate altre norme come il contratto integrativo per i Forestali. 80 euro in più ma conditi con proteste perchè si tratterebbe di una sorta di integrazione capestro identica a quella proposta dal governo Crocetta nella quale si contempla il ritardo nei pagamenti come normale, il taglio dei rimborsi chilometrici e la rinuncia agli arretrati.

Approvati anche gli articoli 9 (Fondo per l’agricoltura), 10 (Norme in materia di approvazione dei bilanci degli enti regionali),  12 (Contributi alle associazioni di comuni e loro amministratori), 13 (Interventi per l’istruzione e l’edilizia scolastica); 14 che prevede un sostegno finanziario all’Istruzione: un fondo di circa 4 milioni e mezzo di euro per le scuole paritarie; 15 che riguarda il Fondo di rotazione per gli interventi straordinari (RIS) per per teatri pubblici, fondazioni e associazioni artistiche, che passa da poco più di un milione a due milioni di euro. Fra i provvedimenti approvati ci sono anche 22 milioni di integrazioni per le ex Province necessari a garantire gli stipendi e la modifica della norma sui portaborse.

Nella serata prima la polemica con Figuccia che abbandona l’aula perchè si stanno trattando articoli che considera contributi-marchette, poi passano alcuni emendamenti di opposizione. D’ ora in poi il 20 per cento degli incassi derivanti dalla vendita di biglietti di accesso a musei, gallerie, zone archeologiche e monumentali regionali tornerà nelle casse dei poli culturali in base ad un emendamento alla Finanziaria proposto dal M5S (a firma di Giancarlo Cancelleri, Valentina Zafarana, Nuccio Di Paola, Salvatore Siracusa, Antonio De Luca) e approvato dall’Aula.
“Questa è una nostra vittoria – dicono gli esponenti del M5S – grazie al nostro emendamento una quota parte degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso sarà ‘restituito’ agli enti. Abbiamo deciso di proporre questa misura di favore, a causa dei tagli operati dal governo alla Cultura. Musei e gallerie sono in difficoltà, il nostro vuole essere un contributo per sostenerli”.

Infine la chiusura dei lavori con polemica ulteriore.  “Lunedì scade il termine per l’ok alla manovra, che è ancora in alto mare – conclude Zafarana – e il presidente dell’Ars si preoccupa di chiudere in anticipo i lavori per consentire a qualche deputato di correre a guardare la partita Inter-Juventus in tv. Sarebbero questi i responsabili?  Sarebbe questa la serietà di chi oggi governa la Sicilia?”.

Ma in questo caso è Miccichè che non ci sta “Rispondendo al Presidente della Regione, che mi aveva chiesto di far procedere i lavori d’aula fino alle 22, ho precisato che avevo preso un impegno con i deputati: staccare alle ore 20 e riprendere domenica alle ore 12, per consentire loro – e in particolar modo a chi abita molto lontano – di trascorrere il sabato sera in famiglia.  Mi sono permesso, avendo di fronte l’onorevole Cracolici, di fare una battuta per distendere il generale clima di stanchezza. Chiunque, giornalista o deputato, abbia insinuato che il motivo della sospensione dei lavori fosse una partita di calcio è terribilmente scorretto oltre che intellettualmente disonesto”.

E alla fine anche Musumeci è costretto a chiarire che non c’è una scollatura fra lui e Miccichè “Leggo di una polemica pretestuosa sulle mie dichiarazioni in Aula. Non c’è alcuna contrapposizione tra me e il presidente dell’Ars Miccichè. Solo oggi il Parlamento ha lavorato oltre 10 ore – dice Musumeci – approvando norme importanti. Le speculazioni inutili significano che questa Finanziaria non offre pretesti per divagazioni”.

In questo clima oggi alle 12 si ricomincia con ancora circa mezza finanziaria da trattare

 

 

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