L’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro, che alle comunali siciliane di domenica scorsa ha presentato liste con il simbolo della Dc, si dice pronto a rifare il centro con Cantiere popolare, Italia viva e +Europa: “Ho parlato con Saverio Romano, Davide Faraone e Fabrizio Ferrandelli – spiega in un’intervista a Repubblica Palermo -. Diremo la nostra sulle comunali a Palermo e sulle regionali”.

Nonostante la condanna

Cuffaro, che ha scontato 5 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia e che per effetto della condanna non può più candidarsi, è reduce dai buoni risultati ottenuti con le liste Dc alle comunali di domenica scorsa.

Alla domanda se alla Regione la Democrazia cristiana avrà un proprio candidato, risponde che il nome “sarà espresso da un’area di centro cui fanno parte Italia viva, +Europa e Cantiere popolare. E assicura che sarà una donna a candidarsi alla presidenza. Sull’eventuale presenza del partito di Carlo Calenda nella coalizione, Cuffaro spiega che “potrebbe starci. Ma con gli altri ho parlato, con Azione no”.

Il ritorno della “balena bianca”

Se destra e sinistra si contendono la vittoria di questa tornata di Elezioni Amministrative, la vera novità che emerge dalle consultazioni è quella che non ti aspetti: il ritorno della Dc. E Cuffaro gongola. Il progetto di creare un grande centro senza coinvolgerlo, il cosiddetto «patto dei paccheri», è fallito. “Ho risposto che preferisco gli spaghetti e infatti i paccheri sono venuti male”, dice in un’altra intervista al Giornale di Sicilia.

“Candidati sindaco? Finora aria fritta”

Il prossimo banco di prova saranno le Comunale di Palermo, in primavera 2022. “L’elezione del sindaco di Palermo sarà il primo importante e tutte le candidature fin qui proposte sono aria fritta, è troppo presto; e poi ci saranno le elezioni Regionali”, dice Cuffaro.

Chissà cosa penserà Roberto Lagalla (UDC) dopo questa frase.

E le Regionali, assicura Cuffaro, saranno il suo “ultimo atto. Dopo le elezioni del presidente della Regione – e ribadisco che secondo me sono maturi i tempi perché sia proposta una donna – tornerò a fare il volontario in un ospedale del Burundi“.

Lo strappo dentro Italia Viva

E a proposito del dialogo di Cuffaro con Faraone, dentro Italia Viva si sviluppa una polemica interna. Giorgio Bongiorno, coordinatore e portavoce dei giovani del comitato Sturzo di Italia viva, non condivide la posizione del senatore Faraone, che commentando gli esiti delle comunali in Sicilia ha sostenuto che il partito ha ottenuto diversi successi.

“Noi non siamo mai stati messi al corrente di chi fossero questi candidati nelle varie liste. Non comprendiamo questa tecnica faraoniana di tenere sotto copertura i sindaci e i consiglieri di Iv appena eletti. Probabilmente – dice Bongiorno in una nota – per non dare vantaggio ai nemici? Non condividiamo questa teoria assolutamente nuova nel panorama politico, che ritiene vantaggioso avere degli eletti sotto copertura, in gran segreto. Noi crediamo, invece, che i candidati dovrebbero avere l’orgoglio di essere di Italia Vivai. Chiaramente non mettiamo in dubbio che ci siano stati tanti eletti, ma nessuno ad oggi li vede. Non trovare gente disposta a candidarsi sotto le nostre liste è un limite gravissimo, non ha di che gioire Faraone. Non vogliamo fare polemica, la pensiamo solo diversamente. Inutile pensare di cacciarci, tutti i partiti democratici hanno una minoranza interna e noi vogliamo essere questa minoranza”.

 

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