Orizzonte a tinte davvero fosche per i dipendenti della Nuova Cucina Siciliana (Azienda in ATI con La Cascina Global Service) che ormai da quattro mesi sono senza stipendio.
La Nuova Cucina Siciliana fornisce i pasti all’Asp di Palermo destinati ai degenti degli ospedali.
A esternare tutta la propria preoccupazione è Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia che è scesa in campo a tutela dei lavoratori.
Spiega Calabrò: “E’ impensabile che i lavoratori di Nuova Cucina Siciliana, che svolgono le stesse mansioni, lavorando a fianco dei colleghi de La Cascina Global Service, non prendano lo stipendio da quattro mesi.
Le questioni interne alle due aziende non possono, anzi non devono assolutamente ricadere sui lavoratori. E’ quello che invece sta avvenendo.
Motivo per cui siamo stati in Prefettura, abbiamo chiesto incontri all’Asp, per mettere un punto a questa faccenda veramente brutta”.
Una soluzione per i lavoratori ci sarebbe, ed il segretario della Fisascat Cisl Sicilia indica la direzione: “Noi invochiamo quanto previsto dal Codice di Appalti a garanzia dei lavoratori, perché quando una azienda è inadempiente, il committente può sostituirsi nell’erogazione dello stipendio.
Intanto i lavoratori e le loro famiglie devono percepire lo stipendio”.
Da qui la richiesta: “Chiediamo a gran voce all’Asp di Palermo, nella qualità di ente committente, di operare in tal senso, quindi assicurare lo stipendio ai lavoratori dato che la sua responsabilità in solido gli dà la possibilità ed io direi anche il dovere di intervenire”.
Conclude Calabrò: “Mi auguro che sin da subito si risolva il problema e i lavoratori di Nuova Cucina Siciliana possano correttamente percepire quanto a loro dovuto perché con senso di dedizione, anche senza prendere lo stipendio hanno continuato a lavorare garantendo l’erogazione dei pasti agli ammalati, alle persone che in questo momento di pandemia vivono una situazione di assoluto disagio, e quindi chiediamo che l’Asp intervenga in maniera positiva e definitiva a tutela e garanzia di questi lavoratori e delle loro famiglie”.
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