E’ il giorno della commemorazione di Giovanni Falcone e delle vittime della strage di Capaci. Palermo si ferma per il trentesimo anniversario del feroce attentato di Cosa nostra.

Lagalla non sarà alla commemorazione: “Costretto a prendere questa decisione”

“Nelle scorse ore ho avuto un colloquio telefonico con la professoressa Falcone per annunciarle con rammarico l’impossibilità di partecipare alla manifestazione di commemorazione dei trent’anni della strage di Capaci. Sono stato costretto a prendere questa decisione per evitare che qualche facinoroso, sensibile al fascino di certe feroci parole, potesse macchiare uno dei momenti simbolici più importanti della nostra città”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla.

Clima d’odio

“Ieri dallo stesso palco in cui si terranno le celebrazioni di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta – prosegue – è stato operato nei miei confronti un premeditato linciaggio morale, camuffato da piece teatrale. Non è mia intenzione esporre Palermo a potenziali violenze. È mio dovere salvaguardare la sua immagine di fronte alle più alte cariche dello Stato e all’intero Paese. Sono profondamente addolorato per il clima d’odio che qualcuno sta alimentando strumentalmente. Auspico che da domani si torni a parlare di Palermo e delle idee per la sua rinascita. Io di certo continuerò a farlo”, conclude Lagalla.

Un mazzo di fiori alla stele di Capaci accompagnato da una promessa

“Il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla ha deposto un mazzo di fiori alla stele di Capaci, in memoria delle vittime della strage in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. L’omaggio floreale è stato accompagnato da un biglietto contenente la ‘solenne’ promessa di Lagalla a Falcone”. Così, in una nota, lo staff di Roberto Lagalla.

Ferrandelli: “Quel giorno fu spartiacque, sacrificio delle vittime non fu inutile”

“Oggi ricorre il trentennale della strage di Capaci, da allora molto è cambiato. Quel 23 maggio 1992 fu un giorno triste, con la mafia che pensava di aver vinto, ma non aveva ancora fatto i conti con i palermitani e i siciliani che da allora combattono con molta più veemenza questo male. Quel giorno – ricorda il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli – fu un vero e proprio spartiacque. Il sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, degli uomini della scorta Vito Schifane, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, non fu inutile ma non dovevano pagare con la vita”.

La mafia rimanga lontana dai posti di Governo

“Li ringraziamo per quanto fatto, dobbiamo portare avanti le loro lotte che sono diventate le nostre. Lotte che non vanno sbandierate solo nel giorno del ricordo, ma vanno portate avanti sempre. La mafia deve rimanere lontana dai posti di Governo e con noi lo sarà sempre e per sempre. Abbiamo scavato un solco netto che ci distingue in maniera netta e chiara da chi si accompagna con chi è stato condannato per mafia e cerca di far ripiombare l’intera città di Palermo nel passato. La mafia – conclude Ferrandelli – è una montagna di merda e come tale dobbiamo trattarla”.

Miceli presente alla commemorazione: “Non ho bisogno di inviti”

Il candidato sindaco di Palermo, della coalizione progressista, Franco Miceli, parteciperà alla commemorazione.
Lo ha annunciato ieri, alla manifestazione del Pd con Giuseppe Provenzano a Villa Filippina.
“Domani parteciperò agli eventi per il trentesimo anniversario della strage di Capaci. Non ho bisogno di inviti. Parteciparvi è un dovere civile, è un dovere morale. Sarò lì assieme a tutti i cittadini palermitani che con me in questi trent’anni hanno partecipato nel nome della lotta alla mafia. A nessuno può essere consentito di dire ‘andrò solo se invitato’. No, questo modo di pensare non è Palermo”. Le dichiarazioni di Miceli si pongono in polemica con quanto affermato nei giorni scorsi da Roberto Lagalla.

Barbagallo: “La memoria per estirpare il cancro mafioso”

Ricorda una frase di Giovanni Falcone anche Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd.
“Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”.
Per non dimenticare. Non Possiamo, non vogliamo dimenticare: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani.
Trent’anni dopo la strage di Capaci, tanto è stato fatto. La mafia militare è stata sconfitta.
Ma dobbiamo continuare così, ciascuno nella propria parte, per estirpare il cancro mafioso. E la mentalità mafiosa che, ancora, resiste in alcune parti della nostra società.
Lo dobbiamo a “tutti i siciliani onesti” e ai nostri martiri, vittime innocenti della ferocia stragista e sanguinaria di Cosa nostra”.

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