I Cobas Siracusa hanno la loro ricetta per la scuola ai tempi del Covid19. Meno didattica a distanza, stop ai concorsi ed assunzioni dei precari: queste, in sintesi, le proposte formulate dal sindacato che rilancia il tema del precariato.

“Perché bandire un concorso ordinario e uno straordinario per circa 80mila posti, quando i posti da coprire sono più di 200mila? Perché sobbarcare le scuole e i docenti di ruolo del gravoso compito di organizzare, ospitare e fare da commissari alle prove del concorso?” chiede, in modo retorico, Antonio Condorelli, docente Cobas scuola Siracusa.

“Le classi pollaio non sono affatto diminuite, – continua Condorelli – ma vengono mandate in quarantena a fasi alterne, come prevedibile; non si è realizzato il conseguente aumento di docenti ed Ata (le ventilate 84.000 assunzioni sono ancora di là da venire); non sono stati potenziati i trasporti pubblici; non è stato stabilizzato il personale precario e le graduatorie provinciali per le supplenze sono state pubblicate con una valanga di errori e conseguenti ricorsi, dando vita a un pasticciaccio scandaloso. Non ci sono stati interventi efficaci per la messa in
sicurezza degli edifici scolastici, – prosegue il docente – né è stato varato un piano nazionale per recuperare e ristrutturare in ogni città tutti quegli edifici dismessi e destinati a un progressivo degrado”.

I Cobas contestano la volontà dei governatori delle Regioni di spingere verso la Didattica a distanza (Dad) per alleggerire il trasporto pubblico.

“Perché non si investe nella scuola? Dipende tutto – dice Antonio Condorelli, docente Cobas scuola Siracusa –  da precise scelte politiche che puntano a rendere strutturale la Dad per dequalificare la scuola pubblica e/o dall’incapacità politico-amministrativa del governo arrivato del tutto impreparato alla prevista e prevedibile ripresa dei contagi? Malgrado questo quadro di gravi responsabilità governative, i Cobas non hanno dubbi: la scuola deve restare aperta senza se e senza ma, perché la cosiddetta  Dad non è davvero insegnamento, non è seria didattica, tutt’al più didattica dell’emergenza che, oltre a danneggiare gli studenti, è impossibile da sostenere ulteriormente per le famiglie”