L'uomo è stato bloccato nella zona Industriale subito dopo aver ricevuto 14 mila euro in contanti - il 'pizzo' di giugno e di luglio - che personale della squadra mobile ha trovato nascosti in una cassetta di pronto soccorso a bordo del furgone sul quale viaggiava.
L’attività investigativa trae spunto da una denuncia presentata nel 2018, a seguito della quale sono stati effettuati accertamenti per riscontrare quanto denunciato.
Gli indagati rispondono, a diverso titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, incendio, trasferimento fraudolento di valori aggravato, autoriciclaggio, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
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Redazione
sarebbero stati acquistati con i proventi della droga e delle estorsioni
Il provvedimento riguarda Alfio Santangelo, di 66 anni, detenuto, indicato come il capo dell'omonimo clan mafioso. Il sequestro riguarda anche beni riconducibili a Gianni Santangelo, di 36 anni, e Ignazio Vinciguerra, di 54 anni, detenuto.
La pena più alta, 13 anni e 2 mesi, è stata inflitta a Filippo Lo Piccolo, cugino del boss Federico Liga: raccoglieva i soldi del pizzo per la cosca nonostante fosse sottoposto all'obbligo di dimora.
Confermati i risarcimenti dei danni riconosciuti alle parti civili costituite: i Comuni di Santa Flavia, Ficarazzi, Altavilla e Bagheria, alle vittime del racket e all'associazione antiracket Libero Futuro.
le richieste pendenti all'assessorato regionale alla famiglia sono inevase dal 2016 e l’ultimo anno pagato risulta il 2015. A denunciarlo è l’Assci, Associazione per lo sviluppo e la salvaguardia del credito alle imprese.
L'operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale antimafia ha portato arresti anche in Calabria e a Parma oltre a Palermo, Trapani, Catania e Ragusa
Secondo gli investigatori, i due sindacalisti avrebbero chiesto i soldi in cambio di un atteggiamento "morbido" verso gli imprenditori della Synergo, Consorzio nazionale con sede a Gela, che ha rilevato all'asta la Set Impianti di Augusta, in liquidazione per fallimento.
Per imporre a un'azienda agricola di Rosolini l'acquisto delle pedane in legno prodotte nella fabbrica della famiglia Trigila, si era scomodata Nunziatina Bianca, la moglie del boss Antonio Trigila, detto "Pinuccio Pinnintula".
"Ci siamo battuti contro questi tagli in commissione Bilancio alla presenza del governo - proseguono Lupo e Gucciardi - e ci batteremo anche in aula perché la lotta alla criminalità ed alla cultura mafiosa passa dai segnali che la politica e le istituzioni mandano alla società, e innanzitutto dai fatti concreti”.
Dall'inchiesta emerse che il mandamento era guidato da una sorta di triumvirato: Vincenzo Giudice (condannato a 18 anni), Alessandro Alessi (a 14 anni), Giuseppe Perrone (a 14 anni e 4 mesi).
"Prima ancora che da rappresentanti delle Istituzioni ci saremo da cittadini liberi e vicini ad un dramma tanto serio". Così l’on.le Michele Mancuso, del Gruppo Parlamentare di Forza Italia all'Assemblea Regionale Siciliana.
"Basta Lo Piccolo, basta Biondino, andate via dal nostro quartiere. Salvini occupati delle emergenze, quelle vere, sei il ministro della nostra sicurezza. La pacchia deve finire per questi schifosi padrini”.