A seguito delle ferite riportate, la vittima veniva trasportata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Cannizzaro ove i sanitari riscontravano lesioni e fratture giudicate guaribili con prognosi di 25 giorni.
Nella sentenza sono stati confermati i risarcimenti per le parti civili, fra le quali c'era l'imprenditore Vincenzo Rizzacasa, precedentemente accusato di collusioni mafiose: dopo l'assoluzione definitiva in sede penale, si era visto restituire i beni che gli erano stati sequestrati.
Una vera rivoluzione nell'atteggiamento omertoso finora tenuto dalle vittime che non avevano neppure denunciato le intimidazioni subite. In tutto le estorsioni accertate dalla dda sono state 27
di
Redazione
29 persone arrestate, in 4 sono sfuggiti alla cattura
Sono t
33 gli arresti eseguiti dalla squadra mlobile di catania a carico di altrettante persone ritenute appartenenti a vario titolo al clan Santangelo
"Dall'inchiesta emerge anche un tentativo di organizzare nuovi centri di accoglienza per migranti: non è andato in porto perché non si sono completati gli iter. Ma la vicenda conferma come in un settore in cui arrivano soldi pubblici per l'accoglienza l'interesse di alcune aree di Cosa nostra è particolarmente attivo".
L'operazione alzò il velo sugli interessi criminali e imprenditoriali del clan Rinzivillo che da Gela ha esportato i propri interessi in tutta la Sicilia, nel Lazio, nel Nord Italia e in Germania.
Colpita la famiglia di Adrano che aveva come referenti i Laudani. Estorti anche gli operatori del mercato ortofrutticolo di Adrano e la quasi totalità delle attività commerciali dell'area
Lavorava al comune di Valguarnera ma nel tempo libero avrebbe chiesto una tangente da 200 mila euro come protezione ad un imprenditore. Arrestata mentre incassava una rata al centro commerciale Dittaino
Scardina, già condannato per mafia, ha scelto l'abbreviato. Prima dell'arresto, il professionista, dopo aver scontato la
sua condanna a 8 anni di carcere, era tornato a fare l'architetto.
Secondo gli investigatori il gruppo, oltre a imporre il pizzo a commercianti e imprenditori, grazie alle intimidazioni e ai danneggiamenti avrebbe permesso ad alcuni degli arrestati di operare senza concorrenza a Leonforte e Agira.