Imbrattata anche la lapide commemorativa intestata a Lia Pipitone e Rosanna Lisa Siciliano, due donne vittime di femminicidio a Palermo. In passato la stessa panchina era stata rubata e poi ritrovata dai carabinieri

Oggi nel quartiere Montepellegrino a Palermo e in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre è stata ripristinata la panchina rossa dedicata a Lia Pipitone e Rosanna Lisa Siciliano

Ad apprendere la notizia questa mattina è stata la responsabile della Millecolori Onlus e del Centro Antiviolenza Lia Pipitone, Adriana Argento

Si tratta di un’officina creativa con attività anche professionalizzanti in cui le donne con l’aiuto di esperti potranno realizzare “oggetti”. Le parole di Tamajo

Pittura, ceramica e ricamo contro l’esclusione sociale: al Centro Antiviolenza Lia Pipitone di Palermo si presentano lo spazio “Empowerment Lab” e la rete “RI.Nasci”

Per l'opinione pubblica è una delle donne coraggio rimaste vittima di mafia. Un simbolo della lotta contro la malavita organizzata. Non per lo Stato però. Lia Pipitone, assassinata ormai oltre 30 anni fa, nel 1983, secondo la burocrazia italiana non è vittima innocente di mafia

Palermo ricorda due donne, dal primo "femminicidio" di mafia ovvero l'omicidio della figlia ribelle del boss, alla successiva uccisione di una donna da parte del marito carabiniere nello stesso giorno di molti anni dopo. E' stata installata una panchina rossa e sono stati piantati due alberi nei pressi della piazza di fronte le case popolari di via Ammiraglio Rizzo

È la storia di Lia Pipitone, la figlia ribelle di un boss di Palermo uccisa a 25 anni nel 1983, che secondo i Giudici è vittima della mafia. Non la penano così però al ministero dell’Interno

La seconda sezione della Corte di assise d'appello, presieduta da Fabio Marino, ha confermato la condanna a 30 anni dei boss Vincenzo Galatolo e Nino Madonia per l'omicidio di Lia Pipitone.

“La ragazza che sognava la libertà” di Clelia Lombardo è un romanzo per ragazzi. Scritto con la leggerezza che si addice al genere, alla quale però si accompagnano una ferma denuncia della mafia e un apprezzabilissimo taglio educativo.

La struttura portante, ovvero il centro antiviolenza, sorge nel cuore del quartiere di Monte Pellegrino da anni è a disposizione delle vittime e al suo interno è dotata di professioniste specializzate in consulenza legale e psicologica .

Gli alunni sono stati guidati in un cammino di conoscenza della vita di questa giovane donna, del suo coraggio di ribellione alla famiglia, della sua voglia di riscatto e di libertà.

Il regista Angelo Sicilia per l'occasione ha presentato l'opera teatrale inedita “La stanza di Lia”, ultimo capitolo dei sui “pupi antimafia”, dedicata proprio alla giovane uccisa all’Arenella nel 1983.

L’Assessore alle Politiche Giovanili Giovanna Marano presenterà il “Premio Lia Pipitone” - patrocinato dal Comune di Palermo - che prevede un concorso per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, dibattiti sulla violenza e sulla legalità, la realizzazione di un elaborato finale.

L'Assessore alle Politiche Giovanili Giovanna Marano presenterà il "Premio Lia Pipitone" - patrocinato dal Comune di Palermo - che prevede un concorso per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, dibattiti sulla violenza e sulla legalità, la realizzazione di un elaborato finale.

Per questo procedimento oggi sono imputati i boss Nino Madonia e Vincenzo Galatolo. Le indagini sono ripartite dopo la pubblicazione del libro "Se muoio sopravvivimi", scritto dal giornalista Salvo Palazzolo con Alessio Cordaro, figlio di Lia Pipitone.

Lia Pipitone, era una giovane madre di 25 anni, figlia di un boss mafioso, strappata alla vita troppo presto per la sua forte sete di libertà. È stato riaperto da poco il processo che porterà Lia Pipitone ad essere riconosciuta vittima di mafia dopo più di trent'anni.