Avete più sentito parlare del rimpasto di governo? Doveva essere una specie di rivoluzione secondo Forza Italia e, secondo alcuni, anche per i centristi. Doveva essere solo un rimpastino per il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. Doveva avvenire subito dopo le elezioni europee e per tutti era ormai alle porte praticamente a giugno.

Invece è finito il mese di luglio e di rimpasto non si parla più. Musumeci ha nominato Manlio Messina assessore al Turismo sostituendo Sandro Pappalardo e stop. E certo non si può parlare di rimpasto visto che si tratta di un assessore di Fratelli d’Italia al posto di un altro assessore di Fratelli d’Italia che aveva salutato per andar ad assumere altro prestigioso incarico. Insomma il partito aveva indicato il proprio sostituto e tutto è rimasto al suo posto.

La Regione, invece, è rimasta senza assessore ai Beni Culturali. Nessuno ha preso il posto del compianto Sebastiano Tusa ed è il presidente Musumeci a continuare a gestire il settore ad interim.

Ma cosa è successo? Perchè si è fermato tutto? In primo luogo, certamente, ci sono le polemiche forti, vibrate e vibranti sul nome dell’eventuale assessore ai Beni Culturali. Tutti i nomi fatti hanno visto veti incrociati. A chi non piace Pamvini a chi non piace un eventuale Papa straniero (che poi tutti i chiamati in causa hanno declinato educatamente) e chi non piace neanche Buttitta. E togliere il coperchio ad una pentola che bolle ma senza che l’acqua esca, al momento, non è proprio una buona idea. Si rischia di ustionarsi. Meglio, prima, abbassare la fiamme ed attendere che il ‘bollore’ decresca.

Le fiamme che alimentavano questo ribollire erano, secondo i rumors, due. La prima e più forte certamente si chiama Forza Italia. Tutti ricordano le guerre intestine dentro gli azzurri durante la campagna elettorale e tutti ricordano gli assessori già indicati come ex, l’elenco di nomi da mettere in giunta che circolavano e così via. Ma dopo l’elezione di Milazzo al Parlamento Europeo le cose sembrano cambiate. Da un lato Berlusconi ha chiesto  Miccichè di abbassare i toni su Salvini: sai mai che ci si ritrovi a correre insieme già il prossimo anno. Non che Miccichè non continui, soprattutto su Facebook, a parlare di migranti ma non attacca più personalmente il Vice Premier. Dall’altro la nuova guida del gruppo di Forza Italia, Tommaso Calderone, ha messo in riga tutti: si vota compatti, si partecipa, si costruisce con questa maggioranza guidata da Musumeci.

Potrebbe sembrare che ottenuto il risultato di far eleggere Milazzo l’area Miccichè si ritengo soddisfatta. Ma in realtà le cose sono più complicate di così. Perchè dentro Forza Italia correva anche Saverio Romano centrista da sempre. E l’altro fuoco che i rumors diceva muovesse i bollori era proprio il fuoco centrista. O forse anti centrista. Popolari e Autonomisti sono soci fondatori di questa maggioranza e in giunta hanno tre assessori. E c’è chi dice siano troppi rispetto alla consistenza elettorale. E così si è detto togliamone uno, oppure sostituiamo qualcuno che non ha appoggiato abbastanza Romano alle Europee.

Ma il risultato alle Europee proprio di Romano, ancorchè non eletto, è andato oltre ogni previsione e questo è stato notato da tanti. Così come la scelta di abbassare i toni, non sostituire nessuno, testa bassa e lavorare appoggiando Musumeci e la sua giunta,: insomma questa maggioranza, non un’altra neanche simile.

E L’idea di mantenere lo status quo che sembra essere emersa proprio dalla casa del centro non è stata intaccata neanche dal proclama di Musumeci che indica la via a Diventerà Bellissima per andare verso la Lega.

Infine c’è Ora Sicilia, il gruppo neonato all’Ars che ha raccolto pezzi di qua e di là, compreso l’unico deputato eletto della Lega, e per il quale si diceva dovesse esserci un assessore, magari tolto proprio ai centristi.

Anche qui tante chiacchiere e basta. Insomma la linea moderata sembra proprio essere passata. E a conferma arriva anche l’appello nazionale di Berlusconi che di fatto apre proprio ai moderati, anzi crea la nuova casa dei moderati spostando Forza Italia un po’ più verso il centro. Un appello che, naturalmente, viene subito sposato a Palermo da Saverio Romano che legge, insieme a tutto il centro, il via libera proprio a questa linea. Insomma come la cultura greca conquistò Roma dopo che la Grecia fu conquistata con le armi romane, così la cultura moderata conquista Forza Italia dopo la sconfitta con i numeri ma non nei fatti.

Un rigurgito al vetriolo, però, viene ancora dall’ex capogruppo Giuseppe Milazzo che dopo il sì dell’Ars al salva Catania da Bruxelles attacca non il centro ma gli ex fuoriusciti dagli azzurri guidati dal sindaco Pogliese.

Tornando al dettaglio politico centrista siciliano, tutto torna al suo posto,. Adesso bisognerà solo comprendere se il ‘generale agosto’ non riserva sorprese. I colpi di mano (o di testa) con l’abbassarsi dell’attenzione nella storia della politica siciliana non sono mai mancati. Ma negli ultimi anni l’attenzione si abbassa meno rispetto al passato anche nel periodo d’agosto…

Di rimpasto,dunque, se ne riparlerà probabilmente a settembre inoltrato…forse…

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