Allarme bomba questa mattina alla filiale principe di Granatelli dell’Unicredit di Palermo in via Roma, all’angolo con via principe di Belmonte. Poco dopo le ore 9 polizia e artificieri sono intervenuti sul posto per verificare la presenza di una borsa sospetta posizionata sopra una delle telecamere di videosorveglianza che si trovano nel prospetto principale dell’istituto di credito. Alla fine tutto è rientrato nell’arco di un quarto d’ora, dopo essersi resi conto che quella borsetta era vuota.
Le fasi concitate
Ad avere segnalato la presenza di quella borsa sono stati i dipendenti della banca stessa che hanno notato questa presenza anomala, oltretutto piazzata in una zona non facile da raggiungere perché la telecamere è piazzata in alto e non quindi ad altezza d’uomo. Immediato l’arrivo degli agenti che hanno effettivamente verificato la presenza di quella borsetta. Di conseguenza, prima di operare, l’immobile è stato del tutto sgombrato e dai clienti che si trovavano all’interno dell’istituto di credito. Successivamente è stato interdetto il passaggio pedonale nel marciapiedi antistante l’istituto di credito, quindi si è proceduto anche alla chiusura totale del tratto di via Roma. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco.
“Sistemi di sicurezza si sono dimostrati all’altezza”


I precedenti recenti
E’ già accaduto altre volte in Sicilia che un pacco è una valigetta sospetta avesse fatto scattare l’allarme bomba. Nel gennaio scorso, ad esempio, una valigetta incustodita e dunque sospetta è stata trovata all’ingresso dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Ad intervenire in quel caso i carabinieri del comando provinciale di Siracusa. Sono stati inviati gli artificieri da Catania che hanno fatto evacuare l’area per motivi di sicurezza ma poco dopo aver eseguito una scansione sulla valigetta è emerso che si trattava di un falso allarme bomba. Lo zaino conteneva effetti personali, probabilmente appartenente ad un paziente dell’ospedale. Nell’ottobre del 2019 stesso allarme bomba all’ospedale dei Bambini di Palermo. In quel caso a far scattare il piano di emergenza fu una telefonata anonima arrivata al numero unico di emergenza. “Andate a vedere cosa c’è all’ingresso dell’ospedale dei Bambini”. Ma poco dopo ci si è resi conto che nella borsa non c’era nulla di potenzialmente pericoloso.
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