- Covid19, contagi in aumento in Sicilia ma l’isola non è in zona di emergenza
- Lo ha detto il governatore Mumeci intervenendo all’inaugurazione del reparto di Pneumologia per pazienti Covid a Catania
- Il presidente della Regione Siciliana ha parlato di zone rosse, piano regionale della salute e vaccinazioni
- Presente all’inaugurazione anche l’assessore Razza
- Il governatore ha indicato un obiettivo preciso: la maggioranza dei siciliani vaccinati a settembre
“Oggi, la Sicilia nonostante l’aumento dei contagi nell’ultima settimana non può considerarsi in zona di emergenza”. Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, a margine dell’inaugurazione della nuova struttura di pneumologia per pazienti Covid all’ospedale Garibaldi Centro di Catania.
Le zone rosse “una scelta sofferta”
“Le zone rosse? Non si pensano – ha sottolineato Musumeci – si decidono nel tempo di qualche ora, non si pianificano. Se il numero dei contagi è particolarmente alto e arriva la conferma da parte del Dipartimento prevenzione e la richiesta non vincolante dei sindaci, quel Comune viene dichiarato zona rossa. Diventa una necessità per evitare che il contagio possa dilagare e resta sempre una scelta sofferta”.
L’assessore Razza fa il punto sul vaccino AstraZeneca
“Se la metà dei siciliani prenotati non sono andati, c’è stata un’ulteriore ed eguale quantità di siciliani, in target, che invece ha fatto vincere la voglia di vaccinarsi”. Lo ha detto, facendo il punto sulle somministrazioni di dosi di AstraZeneca, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, presente anche lui, all’inaugurazione della nuova struttura di pneumologia per pazienti Covid all’ospedale Garibaldi Centro di Catania
Recuperare il gap
“Ieri fino a tarda sera – ha sottolineato Razza – si è lavorato in tutti i nove hub provinciali e la Sicilia è tra le regioni d’Italia che di più ha fatto sull’utilizzo dei vaccini di AstraZeneca nei confronti dei quali c’è stata, c’è, e per certi aspetti continua ad esserci, una qualche preoccupazione da parte di tanti cittadini. La nostra iniziativa è servita per recuperare un gap inevitabile, che anche le altre Regioni hanno subito, di chi ha rinunciato alla programmazione”.
In arrivo nuovi reparti e centri specializzati
Musumeci ha poi proseguito: “Con il Covid abbiamo imparato a rivedere quali sono le necessità del territorio. La sanità, non soltanto in Sicilia, ma in tutto il mondo, ha dovuto fare i conti con una programmazione che debba tenere in grande considerazione le malattie infettive. La terapia intensiva già da anni in Sicilia era carente e per questo noi avevamo lanciato un grido d’allarme con il piano regionale della salute”.
“Alla fine della prossima estate – ha sottolineato il governatore – la struttura sanitaria regionale si sarà dotata di nuovi reparti, di nuovi posti letto in terapia intensiva e sub intensiva, ma anche di centri specializzati per la riabilitazione respiratoria. Segno evidente che abbiamo imparato la lezione che sulla sanità non si risparmia per raggiungere obiettivi concreti, ma si lotta contro gli sprechi. E’ un atto dovuto che noi stiamo compiendo”.
L’obiettivo: siciliani immunizzati a settembre
Il governatore ha poi indicato il suo obiettivo: “La Sicilia ha oggi numeri che ci pongono in testa tra le regioni italiane per le vaccinazioni. Se arrivassero, come sembra i primi di aprile, le quantità di dosi che abbiamo chiesto e che ci sono state promesse, io sono convinto che entro il mese di settembre potremmo immunizzare la stragrande maggioranza di siciliani”.
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