Il consulente della Lega Francesco Paolo Arata, arrestato per un presunto giro di mazzette all’assessorato regionale all’Energia e accusato di essere in affari con il ‘re’ dell’eolico Vito Nicastri – ritenuto fiancheggiatore di Messina Denaro – avrebbe goduto di un appoggio sicuro proprio all’interno dell’assessorato oltre ad essere stato in contatto con l’assessore Pierobon. Lo scrive Repubblica Palermo.

Pierobon non risulta indagato ma da una intercettazione del 25 giugno dell’anno scorso, si evincerebbe, secondo quanto riportato dal giornale,  che l’assessore abbia telefonato ad Arata per rassicurarlo circa il buon esito di una pratica che stava molto a cuore a quest’ultimo, ovvero un impianto di biogas a Francofonte.

“Ciao Paolo – diceva al telefono l’assessore regionale all’Energia, Pierobon – ascoltami, allora domani lui firma quell’atto dovuto…perché è dovuto, ok?”

Arata sarebbe arrivato a Pierobon tramite una segnalazione del presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, su input di Alberto dell’Utri, il fratello del più noto Marcello.

Il “lui” al quale Pierobon farebbe riferimento è l’ingegnere Salvatore Cocina, direttore del Dipartimento Acqua e Rifiuti che nutriva qualche dubbio sull’istanza presentata dalla Solgesta s.r.l.

Il giorno dopo la telefonata di Pierobon ad Arata, si tenne la conferenza di servizi per discutere del nulla osta all’impianto di Francofonte. Cocina non firmò.

La Dia, sempre secondo quanto riporta Repubblica Palermo, ha scritto che “Cocina, a dire di Arata padre (nella vicenda è coinvolto anche il figlio Francesco, arrestato anche lui, ndr) era conscio che la sua decisione lo avrebbe messo in contrasto aperto con il suo assessore, che lo aveva già sensibilizzato in merito”.

Arata, nonostante il “no” di Cocina sperava ancora e nelle intercettazioni parla della possibilità di emettere generici pareri favorevoli agli impianti. “Lui ha il fiato sul collo dell’assessore – dice ancora Arata riferendosi a Cocina – che si è incazzato con lui per questa cosa”.

Ma come Pierobon avrebbe fatto pressioni su Cocina? Il 18 aprile Cocina è stato sentito dalla Dia e ha dichiarato di non aver firmato perché il provvedimento conteneva “a mio giudizio, delle condizioni irrituali che mi insospettirono”.
E ancora: “Non so dirvi se Arata avesse ricevuto assicurazioni sulla mia firma da parte di terze persone”.

C’è tuttavia di più. Cocina ha dichiarato di aver ricevuto da Pierobon una telefonata dai toni assai cordiali nel corso della quale l’assessore chiedeva notizie sulla pratica di Arata sollecitandolo ad evaderla quanto prima. Cocina gli rispondeva allora che l’avrebbe esaminata e sottoscritta solo in presenza dei necessari requisiti.

Insomma, Pierobon si sarebbe interessato in prima persona in merito alla delicata pratica.
Ma anche il presidente dell’Ars Miccichè si era fatto vivo con Cocina, addirittura convocandolo nel suo ufficio e chiedendogli, in qualche modo, di firmare.
E’ lo stesso Cocina a riferirlo: “Miccichè mi presentò Arata benché già lo conoscessi, dicendomi che era un suo amico e pregandomi garbatamente di seguire con attenzione le pratiche che lo interessavano”.

Cocina sarebbe stato dunque un ostacolo da aggirare. Ma anche stavolta Arata non si preoccupò contando sull’aiuto di Pierobon, perché, come si evince ancora da una intercettazione, “lui ha un amico, ha chiamato Cordaro“. Fu così che Arata sarebbe arrivato ad intessere relazioni anche all’assessorato al Territorio e Ambiente.

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