La sanità pubblica rischia il collasso. Medici, infermieri, tecnici e Oss, sono scesi in piazza per protestare. La Fials-Confsal, uno dei sindacati più rappresentativi nella Sanità, ha manifestato anche a Palermo oggi in piazza Ottavio Ziino, davanti all’assessorato alla Salute, nell’ambito di una serie di iniziative che si svolgono in contemporanea a livello nazionale.
Presenti delegazioni da tutte le province della Sicilia.
Il sindacato chiede l’immediato utilizzo delle risorse statali per incrementare gli organici e valorizzare il lavoro degli operatori, chiedendo inoltre un piano per garantire assistenza sul territorio facendo funzionare i Pta (presidi territoriali di assistenza).
Spiega Enzo Munafò, segretario Fials Palermo: “E’ una protesta che parte molto da lontano perché è rivolta al ministero nazionale ed anche alla Regione siciliana.
Perché? Dal 2018 è scaduto il contratto di lavoro che avevamo firmato a maggio del 2018, ad oggi non siamo riusciti ad applicarlo in nessuna parte della Regione siciliana.
Soltanto qualche direttore generale è stato sensibile nell’applicare il contratto, mentre invece tutti gli altri se ne sono fregati letteralmente ed i lavoratori non hanno avuto applicato il contratto.
Nel frattempo il ministero ci dice di rinnovare il contratto nazionale. Stiamo arrivando già al 2021, che sarebbe l’altra scadenza naturale, ebbene ancora non abbiamo visto rinnovato il contratto”.
Prosegue Munafò: “Ormai siamo stanchi di parole e di promesse che ci vengono fatte sia a livello nazionale che a livello regionale.
L’Assemblea regionale ha decantato in tutte le tv e in tutti i giornali, di fatidici mille euro per i lavoratori che si sono impegnati nella lotta al Covid19 e che hanno lavorato instancabilmente per garantire la salute ai siciliani.
Di questi mille euro in quell’accordo che abbiamo sottoscritto ieri non c’è nemmeno una traccia. Non si dice nulla. Non capiamo perché fanno solo promesse e dopo i fatti non ci sono.
Allora, i lavoratori si sono stancati, vogliamo manifestare per dire ‘ora basta, non ce la facciamo più'”.
“La nostra piena solidarietà ai medici, infermieri, tecnici e a tutto il personale che gravita attorno al pianeta sanità, in agitazione anche in Sicilia. Il settore agonizza e la Regione che fa? Guarda. È proprio il caso di dirlo, il sonno della Regione genera mostri”. Lo affermano i deputati componenti della commissione Salute dell’Ars, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca, che chiedono all’esecutivo Musumeci di prendere immediati provvedimenti per tappare le enormi falle negli organici, ormai all’osso, di pronto soccorso e corsie ospedaliere.
“I centri unificati per le prenotazioni – dicono i parlamentari – sono irraggiungibili o in tilt in tutta la Sicilia, migliaia di prestazioni ambulatoriali sono da recuperare a causa del lockdown e migliaia ancora da programmare, parecchi reparti ospedalieri sono ancora chiusi o da accorpare. E tutto questo a causa della carenza di organico in tutti i presidi della Sicilia ed in particolare in quelli della periferia. Nessuna soluzione è stata messa in campo dal governo per incentivare e favorire il reclutamento di medici e infermieri nei presidi con più a corto di personale, se non il ricorso a bandi per contratti a tempo determinato per medici e infermieri che non accetteranno mai di prestare servizio a Caltagirone, Gela, Leonforte o Nicosia. Nessuno strumento straordinario è stato messo in campo per fronteggiare la carenza di organico nei pronto soccorso che sono tornati nuovamente sovraffollati”.
“Le aziende ospedaliere e l’assessorato – continuano i deputati – si limitano a fare il compitino a casa, a svolgere l’ordinaria amministrazione, ma non saranno le misure ordinarie a salvare un settore alla canna del gas, ci vogliono misure drastiche ed eccezionali e intanto ospedali e ambulatori sono in ginocchio e non possono garantire prestazioni al paziente che, pertanto, si rivolge al privato, finendo con ingrassarlo sempre di più”
“È ipocrita – sostiene Cappello – chiamare i lavoratori della sanità eroi, quando non si riesce a stargli vicini nel momento in cui chiedono aiuto. L’assessore Razza tolga il disturbo, perché della sua azione politica non se n’è accorto nessuno, la sanità, con questo governo si è solo ammalata un po’ di più. Musumeci e Razza sono bravissimi a tagliare nastri e nulla più”.
Commenta con Facebook