La salma del padre scambiata con un’altra all’ospedale di Marsala era diretta al forno crematorio. Si è fatto appena in tempo ad accorgersi dell’errore e adesso la polizia ha aperto un’inchiesta per capire cosa sia successo. A materializzarsi un vero e proprio scambio di cadaveri al nosocomio “Paolo Borsellino”. A denunciarlo, dopo avere chiamato la polizia ed essersi rivolta ad un legale, è stata una donna che racconta che quando ieri si è presentata in ospedale insieme al personale dell’impresa di pompe funebri cui si era rivolta per prendere in consegna il corpo del padre deceduto il giorno prima e metterlo dentro la bara, “gli addetti non riuscivano a trovare la salma” e al posto di quella del genitore “veniva consegnata quella di un altro defunto”.

L’imbarazzo della direzione sanitaria

Il personale delle pompe funebri avrebbe, quindi, chiesto spiegazioni alla direzione sanitaria, che “dopo alcune ricerche – afferma la donna – confermava che era avvenuto uno scambio di salme”. Dopo l’arrivo della polizia, “si è scoperto – continua la figlia – che la salma di mio padre era stata prelevata il pomeriggio del giorno precedente ed era stata portata a Paceco dove ieri mattina era stato celebrato il funerale e si trovava già in viaggio per la Calabria dove sarebbe avvenuta la cremazione”.

Il rientro del defunto appena in tempo

La direzione sanitaria, dopo essersi messa in contatto con l’agenzia funebre che aveva preso il defunto errato,  ha fatto tornare indietro la salma. Adesso, bisognerà scoprire chi ha commesso l’errore.

A Palermo anche un processo

Non è la prima volta che accade una cosa del genere in Sicilia. Nel marzo scorso ci furono una condanna e tre assoluzioni per il caso della salma scomparsa di una donna di origini svizzere dal cimitero dei Rotoli di Palermo. In abbreviato venne condannato il figlio della titolare di un’impresa funebre palermitana, Paolo Rovetto di 28 anni, mentre furono assolti gli autisti e due necrofori della camera mortuaria dell’ospedale Cervello di Palermo. A Rovetto sono stati inflitti due anni, con lo sconto di pena di un terzo per aver scelto per l’appunto il rito abbreviato, per il reato di minacce.

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