Domani a Gibellina, in occasione della 37° Edizione delle ORESTADI, (Baglio di Stefano – Terrazza – ore 19.30 – ingresso gratuito) si terrà l’incontro dal titolo, ‘1968/1978: UNA GENERAZIONE DIVISA?’, con Marco Baliani, Maria Maglietta e Calogero Pumilia.
Alle 21,15 (Baglio di Stefano, Montagna di Sale) performance musicale dal titolo ‘La fantasia al potere: 1968/1978, musiche e storie di una generazione’, con Paolo Briguglia e Fabrizio Romano, musiche arrangiate ed eseguite da Diego Spitaleri e Dario Sulis, con Giuseppe Costa, Salvo Correri, Marcello Mandreucci.
Un racconto fatto di musica, slogan e parole guiderà il pubblico dentro quegli anni, dentro quel decennio, tra il 1968 e il 1978, dal terremoto del Belice al Caso Moro. Sarà la colonna sonora di una generazione, di quella generazione, a guidarci dentro le immagini, dentro quelle suggestioni che proveremo raccontare attraverso questo particolare “concerto narrato”.
Paolo Briguglia e Fabrizio Romano porteranno il pubblico attraverso le narrazioni dentro le canzoni, arrangiate ed eseguite da Diego Spataleri e Dario Sulis, canzoni di protesta, canzoni di libertà e sarà appunto la fantasia a prendere il comando di quest’inedita serata generazionale.
La storia d’Italia con il suo travaglio e le sue contraddizioni sullo sfondo, tante storie e le loro canzoni in primo piano: “Non vogliamo, ne possiamo, raccontare il sessantotto, alcuni lo hanno vissuto, alcuni lo hanno studiato, altri sicuramente ne sono rimasti affascinati sentendone parlare i fratelli più grandi o i genitori – raccontano Briguglia e Romano -. La contestazione, le occupazioni universitarie, le proteste, la politica, le lotte di classe, l’arte, la musica, tutto in quegli anni ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia. Ecco sullo sfondo della nostra serata c’è la storia, quella storia, controversa ed emozionante, partecipata e violenta, forte ed energica, ma noi non racconteremo quella storia. Immagineremo di essere tra vecchi amici, figli e genitori insieme, che si ritrovano una sera in campagna, una vecchia chitarra in un angolo, e aprendo un cassetto saltano fuori alcune vecchie foto del passato e così casualmente, come succede dopo aver bevuto un bicchiere di vino, affiorano i ricordi”.
“Sebbene sia scomparsa ogni traccia visibile del Sessantotto, esso ha modificato profondamente il mondo in cui tutti noi, almeno in Europa, ci comportiamo ed entriamo in rapporto gli uni con gli altri. I rapporti tra padroni e operai, studenti e insegnati, perfino tra figli e genitori, si sono aperti e non saranno mai più gli stessi”. Umberto Eco
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