Dopo essersi sottoposto a doppio tampone di verifica stamattina l’Usca di Trapani ha comunicato che il vescovo, monsignor Pietro Maria Fragnelli, è positivo al covid19. L’altro prelato, vaccinato con doppia dose alcuni mesi fa, è in isolamento nel palazzo Vescovile in buone condizioni di salute. Il vicario generale, don Alberto Genovese, ha “invitato la comunità diocesana a pregare per il nostro vescovo”. Gli uffici della curia vescovile sono chiusi in attesa di sanificazione dei locali.

Altri vescovi siciliani colpiti dal virus

Non è il primo alto prelato che in Sicilia si trova a dover affrontare il coronavirus. Ci sono infatti già due precedenti. Uno riguarda l’arcivescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, il quale ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Cei, la conferenza episcopale italiana. Lui è uscito dall’incubo covid lo scorso 5 giugno dopo essersi sottoposto al tampone risultato poi negativo. La guarigione è stata certificata dall’Asp di Catania. Era risultato positivo, da asintomatico, dopo un tampone di controllo eseguito il 23 maggio scorso. “Ringrazio coloro che mi sono stati vicini con la preghiera e l’affetto – aveva detto monsignor Rapanti -, spero che presto si possa uscire da questo periodo pandemico per tornare alla normalità”.

Era accaduto anche al vescovo di Palermo

Anche l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice è risultato positivo al tampone per l’identificazione del virus COVID19. Il suo caso venne alla ribalta lo scorso 5 maggio. Le sue condizioni di salute non hanno comunque mai destano alcuna preoccupazione e l’arcivescovo è stato costantemente monitorato, così come prevedono i protocolli sanitari specifici. Già qualche giorno prima dell’esito del tampone Lorefice non aveva presieduto celebrazioni pubbliche, né effettuato incontri, preferendo lavorare via web.

Tra i contagiati anche i vescovi di Agrigento e Caltagirone

Stessa sorte è toccata ai vescovi di Agrigento e Caltagirone. Nel dicembre del 2020 era toccato al cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo agrigentino. Negativo, invece, l’arcivescovo coadiutore, monsignor Alessandro Damiano. I due prelati si sono sottoposti al test dopo la positività del segretario, don Giuseppe Calandra, accertata il 22 dicembre. “Le condizioni del cardinale, in quarantena nella sua residenza, sono buone – era stato sottolineato dalla Diocesi di Agrigento – . Vive questo momento con fede, speranza e coraggio. Nel frattempo, sono stati avviati gli accertamenti previsti per il tracciamento e le verifiche dei contatti”. Non fu risparmiato dal terribile virus neanche Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, che finì ricoverato all’Ospedale “Gravina”. La notizia del contagio era stata data lo scorso 3 aprile attraverso una nota nella quale si precisava che “le condizioni di salute di mons. Peri” erano “stabili”.

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