La Cgil Sicilia boccia senza appello l’avvio da parte della Regione dell’iter per la realizzazione di due termovalorizzatori, uno nella zona occidentale e l'altro in quella orientale, nell’Isola.

Il segretario del Pd Barbagallo si chiede "quali interessi ci siano dietro", plaude l'ex assessore (per due mesi) Figuccia mentre per Legambiente si tratta di un ritorno al medioevo

I termoutilizzatori dovranno avere, ciascuno, una capacità di trattamento da 350 a 450 mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziabili e saranno situati: uno in Sicilia occidentale (nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo o Trapani) e l’altro nella zona orientale (Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa).

No dell'assessore ai Rifiuti del Comune di Siracusa all'ipotesi dei termovalorizzatori per risolvere l'emergenza rifiuti in Sicilia. "In Danimarca ci hanno impiegato 10 anni per farlo".

A Lentini arriveranno solo 1200 tonnellate al giorno di rifiuti. Un fatto che rimanderà l'emergenza ad agosto secondo i calcoli degli amministratori del sito

Sul tappeto la proposta di realizzare due impianti, magari un po più piccoli piazzandoli nella parte occidentale e in quella orientale dell'isola

Il vertice alla Regione per arrivare alla redazione di un piano capace di far uscire la Sicilia dall'emergenza rifiuti ha consentito al presidente, Nello Musumeci, di individuare una "vecchia" idea, quella dei termovalorizzatori nell'isola.

"I Comuni, ma anche le società come Rap, non possono da sole far fronte a un'emergenza che è regionale e ormai drammatica - dice Badagliacca - Né portare i rifiuti fuori dall'Isola può essere una soluzione, visto che i costi manderebbero gambe all'aria i già fragili bilanci degli enti locali".

Entro mercoledì 25 novembre al ministero dovranno pervenire le stime dei flussi delle varie tipologie di rifiuti prodotte dalle regioni e la fotografia dell'impiantistica, quella attuale e quella che si ha in mente di realizzare.

“Nessuno lo vuole dire, perché l’ipocrisia è imperante, ma tutti, davvero tutti, vogliono gli inceneritori in Sicilia". Lo dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia.

Una lettera del Ministro dell'ambiente sembra chiudere la porta ai termovalorizzatori previsti dal piano da 147 milioni della Regione

Il nuovo dibattito sull'esigenza di ricorrere ai termovalorizzatori in Sicilia stimola l'ex presidente che non riesce a mantenere il silenzio e ribadisce quanto già detto anche davanti alla commissione sul ciclo dei rifiuti

"Il governo regionale anziché perder tempo nel rifare un ddl ex novo che riparte da zero e che rischia di mandare in tilt l'intero sistema, riparta dalla legge 9 del 2010". Lo dicono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle all’Ars Roberta Schillaci e Antonio De Luca.

Parla Giuseppe Compagnone, presidente della Commissione Ue dell’Ars e già componente della Commissione d’inchiesta reati ambientali del Senato.

Cuffaro ha aggiunto: "Ricordo poi che il Governo venuto dopo di me era fatto da chi stava con me nel mio governo e aveva appoggiato i termovalorizzatori".

La sentenza prevede che siano Tifeo Energia Ambiente, Elettroambiente e Zurich Insurance Public Limited Company a farsi carico del compenso di Russo ma la stessa pronunzia permette alle aziende di rivalersi sulla Presidenza della Regione e sull’assessorato ai Rifiuti.

"In quell’occasione ribadirò l'esigenza di definire per la Valle del Mela un Piano di bonifica e di risanamento ambientale, che il mio governo è disposto a cofinanziare" aggiunge il governatore

L'inserimento arriva a risposta delle osservazioni di qualche mese fa dei tecnici del ministero dell'Ambiente relative alla gestione dei rifiuti in Sicilia. Il piano deve essere approvato a Roma.

"I rifiuti - ha concluso - o li differenzi, o li valorizzi o li mangi. Ma siccome mangiarli non ci piace...".

Costa lo ha detto parlando della riforma della Commissione Via, il cui parere va sul tavolo politico. Parole che incidono fortemente anche sulla situazione siciliana.