In Sicilia numerose le cerimonie per ricordare la tragica pagina di storia delle Foibe in cui si commemorano le vittime dei massacri e l’esodo dalmata-giuliano. A Palermo, Catania e Caltanissetta gli eventi più significatici che hanno visto le rispettive questure coinvolte unite nel segno del ricordo di Giovanni Palatucci, ex questore reggente di Fiume, morto nel 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau. Fu medaglia d’oro al merito civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato migliaia di ebrei, stranieri ed italiani, sfidando il regime e le leggi razziali.

La storia di Palatucci

Da questore reggente di Fiume, il poliziotto irpino fece per salvare numerosi ebrei dalla morte, fino al suo arresto da parte della polizia tedesca avvenuto nel settembre del 1944. Già dall’anno scorso una targa commemorativa è stata posta a Villa Bonanno a Palermo, di fronte la sede della questura, in cui si evoca il sacrificio estremo. Un ricordo che lo accomuna ai tanti poliziotti palermitani che hanno scelto di non voltare lo sguardo da un’altra parte ma combattere le ingiustizie fino a donare la propria vita per l’altro.

La cerimonia a Villa Bonanno

Oggi, nel giardino di Villa Bonanno, alla presenza di autorità civili e militari, si è tenuta una sobria cerimonia nel corso della quale, nel rispetto delle misure di distanziamento sociale, una pietra proveniente da Gerusalemme per iniziativa della comunità ebraica, è stata posata sulla targa preesistente dedicata a Giovanni Palatucci. “Giovanni Palatucci – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – è stato un uomo delle istituzioni, garante del diritto che ha dedicato la sua vita all’affermazione dei diritti della persona, anticipando così quella che sarebbe stata poi la Costituzione repubblicana che privilegia la tutela dei diritti rispetto all’affermazione del diritto”.

La cerimonia a Catania

La questura di Catania, rappresentata dal vicario del questore Salvatore Fazzino, insieme al dirigente dell’istituto comprensivo statale “San Domenico Savio” di San Gregorio di Catania Daniela Fonti e dei suoi più stretti collaboratori, presente anche una rappresentanza di studenti, ha donato un omaggio floreale presso la targa commemorativa con la quale, lo scorso anno, è stato intitolato l’auditorium della stessa scuola all’eroico poliziotto.

La cerimonia a Caltanissetta

A Caltanissetta la questura ha ricordato non solo Palatucci ma anche Luigi Bruno, guardia scelta di pubblica sicurezza anche lui vittima delle Foibe. Il questore Emanuele Ricifari ha consegnato due targhe: la prima alla presidente dell’associazione Bnei Efraim Amici di Israele, Nazzarena Condemi, e la seconda ad Anna Maria Bruno Stella. La targa consegnata alla Condemi è stata donata all’associazione quale testimonianza tangibile di fraterna vicinanza al popolo ebraico, nella memoria condivisa e indelebile del sacrificio del valoroso dirigente di polizia. Luigi Bruno, nisseno, anche lui vittima di quei massacri, il 5 maggio 1945 si recò di sua spontanea volontà alla questura di Fiume, dove prestava servizio, per consegnare le armi, così come ordinato dai comunisti jugoslavi. Quindi fu prelevato dalle truppe titine e dopo il carcere non fece più ritorno a casa. La figlia Anna Maria Bruno Stella nel 2019 ha pubblicato un libro autobiografico di ricordi, intitolato “Fiume”, sulla storia del padre poliziotto e sulla sua tragica scomparsa nelle foibe. Il libro contiene anche le foto della targa commemorativa di Luigi Bruno, collocata nel sacrario dei caduti della polizia di Stato, che si trova nella scuola superiore di polizia a Roma, a suo tempo fornita dalla questura di Caltanissetta. “Per me la questura è una seconda casa, – ha dichiarato commossa Anna Maria Bruno – ci andavo sempre da piccola a Fiume, essere qua oggi è una grande emozione”.

Il ricordo di Musumeci

“Nella ‘Giornata del ricordo’, tardivamente istituita per commemorare gli italiani vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e degli atroci crimini che nel Dopoguerra furono perpetrati al confine orientale dell’Italia ad opera dei comunisti di Tito, desidero rivolgere un pensiero alle migliaia di vittime di quell’eccidio e alla comunità dei loro familiari ed esuli”. Sono la parole del presidente della Regione Nello Musumeci che con una nota ufficiale è voluto intervenire nel ricordo di questa pagina nera della storia mondiale.

La storia “siciliana”

“Molti di quei profughi, raggiunta la Sicilia, – aggiunge Musumeci – trovarono nella nostra Isola pronta e generosa accoglienza e sicura protezione. Ricordare il loro sacrificio, aggiungere tasselli di luce e verità ad una pagina di storia per troppo tempo confinata a forza nell’oblio, se non nella negazione, risponde oggi più che mai non a logiche di contrapposizione ideologica ma alla necessità di rinnovare e consolidare la unanime condanna verso ogni crimine contro l’Umanità”.

Un volume curato da Helga Marsala

In occasione di questa  ricorrenza, l’assessorato dei Beni culturali ha pubblicato – per le edizioni curate dal Centro Regionale del Catalogo – il volume, curato da Helga Marsala, sulla mostra fotografica intitolata “Foibe” di Sharon Ritossa, che è stata allestita lo scorso anno nelle sale espositive del Museo archeologico regionale “A. Salinas”. Una pubblicazione che racconta un progetto espositivo in cui unico testimone è l’aspro territorio carsico e le sue fosse comuni, abissi fagocitanti i corpi di tantissimi italiani: identità distinte, ma annullate da una morte atroce. “Da Assessore dei Beni Culturali e, soprattutto, in questo particolare caso, dell’Identità Siciliana – afferma Alberto Samonà – leggo nelle Foibe l’annientamento di vitali comunità e la cancellazione di ogni singolo essere che vi apparteneva e della sua storia. È un dovere morale e un atto di giustizia ricordare gli oltre 400 siciliani che in quelle terre hanno trovato la morte. Parafrasando Jorge Luis Borges, dobbiamo sempre tenere in mente che «noi siamo la nostra memoria» che, fatta, spesso, di specchi rotti, dobbiamo assolutamente rendere infrangibili”.

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