Il Gup del Tribunale di Catania ha assolto Antonino Aparo, indicato dai magistrati della Dda di Catania come il boss del clan Aparo, operante tra Floridia e Solarino, nel Siracusano.
Richieste di condanna per 10 imputati nel processo su mafia ed estorsioni. Alla sbarra ci sono i componenti del clan Borgata di Siracusa. Secondo l'accusa con il pizzo finanziavano il traffico di droga.
I nomi delle 7 persone finite nell'operazione antidroga Drive in. C'è anche una coppia che avrebbe gestito lo spaccio. Quantificato dalla polizia anche il volume di affari.
di
Gaetano Scariolo
Operazione partita dalla denuncia della mamma di un tossicodipendente
Azzerata dalla polizia una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti ad Avola, nel siracusano, che si era sviluppata tra le vie di un quartiere cittadino. Dodici persone indagate, 8 misure cautelari.
di
Redazione
Dal carcere portava fuori i diktat del boss di Misilmeri
Indagine partita seguendo l'attività dell'avvocato Alessandro Del Giudice, che secondo finanzieri e carabinieri sarebbe stato inserito nel sistema illecito di prestiti.
Sostenere le famiglie degli affiliati alla cosca che si trovano in carcere, è per i capimafia liberi, un imperativo della loro 'morale'. Credono di garantirsi così la riconoscenza e la fedeltà nei confronti dell'organizzazione e di potenziare la stessa.
Commercianti e cittadini costretti a pagare piccoli importi per non avere problemi. Somme di 5-10 euro al massimo 20, ma a scadenze ravvicinate anche infrasettimanali. E a chi non cede vengono fatte minacce e ritorsioni. Pizzo a tappeto a Canicattì (AG), avviate indagini.
E' colpevole dei reati di associazione mafiosa ed estorsione finalizzati al traffico illecito di sostanze stupefacenti e dovrà scontare la pena della reclusione di 6 anni
Emergono nuove intercettazioni dopo il blitz congiunto che ha portato l'altro ieri a 16 arresti a Ciaculli e Brancaccio, a Palermo. Anche la mafia risentì della crisi Covid19 e il lockdown del 2020 costrinse Cosa nostra a forzare le richieste di pizzo.
In una occasione gli inviati di Cosa Nostra si dovettero accontentare di portare via la macchinetta del caffè ad un esercente che non poteva pagare il pizzo. Il racconto del capo della mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti.
Era il 3 febbraio del 2020 quanto il titolare di un panificio parla con Maurizio Di Fede, uno dei fermati nell’operazione della scorsa della squadra mobile.
di
Ignazio Marchese
le intercettazioni dell'operazione tra Brancaccio e Ciaculli
Scoperte 50 estorsioni, ma le vittime non si ribellano al racket a Brancaccio e Ciaculli. Addirittura un commerciante paga il pizzo e chiede al boss: "Non scrivere il mio nome sul libro mastro". La mafia continua a esercitare il controllo del territorio con le estorsioni a Palermo.
Cinque persone, tra cui un uomo di 58 anni ed il figlioli 34, sono finite in manette a Paternò (Catania) con l'accusa di estorsione ai danni di un minorenne che aveva rubato alcune munizioni trovate in un casolare abbandonato, accusato poi di essersi appropriato anche alcune armi che vi erano anche nascoste.
Le indagini sull'incendio al negozio di abbigliamento: non ci sarebbero legami con il rogo ad un ristorante di Ortigia. Nel mirino della polizia alcune persone con precedenti specifici che sono a piede libero.
di
Gaetano Scariolo
il coordinatore provinciale dell'associazione antiracket paolo caligiore
La bomba alla tabaccheria di via Piave, a Siracusa, ha fatto emergere il ritorno prepotente delle organizzazioni criminali che gestiscono il pizzo. Esiste uno sportello antiracket ma nessuno ci va come afferma il leader della lotta al pizzo nel Siracusano.
di
Gaetano Scariolo
la testimonianza di bruno piazzese, uomo simbolo dell'antiracket di siracusa
L'imprenditore siracusano Bruno Piazzese, uomo simbolo della lotta al racket delle estorsioni, ha pubblicato il fotogramma della persona che ha piazzato la bomba contro una tabaccheria di Siracusa. Le vittime sono dell'associazione antiracket.
di
Redazione
Sentenza Tribunale di Catania per associazione e 4 estorsioni
La seconda sezione penale del Tribunale di Catania, accogliendo la richiesta della Procura e dell'avvocato Giuseppe Lipera, ha assolto per non avere commesso il fatto Antonino "Nino" Santapaola, ergastolano, fratello dello storico capomafia Benedetto, dall'accusa di associazione mafiosa e quattro estorsioni.